'VENTU CA VA'   UN LIBRO DI PAOLO POLIZZOTTO

Sabato scorso è stato presentato il libro “Ventu ca va” di Paolo Polizzotto. Una serata ricca di presenze di provenienza prevalentemente maurina perchè queste sono le origini dell’autore che non ha dimenticato le coordinate geografiche di un borgo dove i ricordi della sua infanzia sono maturati e mai dimenticati. 

Anche in quest’ occasione i relatori hanno fotografato con efficacia il contenuto del libro incoraggiando l’autore e quanti hanno voglia di scrivere, a continuare l’opera meritoria a favore del nostro territorio.

Il libro di narrativa di Paolo Polizzotto verte a recuperare la cultura popolare contadina, la cultura di quel mondo rurale che negli ultimi anni è stata la “fonte” esclusiva dell’energia letteraria venuta alla ribalta perchè ricca di valori. Le botteghe artigianali di cui parla l’autore erano luoghi dove si sviluppavano certe passioni (come per esempio la musica), dove si raccontavano fatti di personaggi curiosi, dove nascevano e si organizzavano simpatiche burle che ancora oggi si raccontano.

Il tutto si è svolto nell’auditorium della struttura scolastica di Finale.

Il Dirigente scolastico, prof.ssa Antonella Cancila, dopo i rituali saluti d’apertura,  al cospetto di un pubblico numeroso, silenzioso ed attento, ha introdotto affermando che “...Quando la Scuola apre le porte al territorio per far conoscere e disseminare questi eventi culturali, l’importanza dell’Istituzione scolastica cresce ancora di più”  ed aggiunge “I temi ricorrenti alla tradizione letteraria fanno pensare ad un uomo che fa tesoro di quanto scoperto, non lo tiene per se, ma lo scrive e lo affida alla comunità”.

“La padrona di casa”, che ha condotto in modo impeccabile la serata, dopo il suo intervento, ha dato la parola al secondo relatore, il prof. Angelo Ciolino  il quale ha sottolineato, nel suo concreto contributo,  l’importanza della pubblicazione dicendo ”Dobbiamo impegnarci a salvare il patrimonio  di cultura contadina perché è quella che si caratterizza per le radici profonde...Paolo  -  ha aggiunto – racconta momenti della sua adolescenza  in cui si forgia il carattere che permette ad alcuni fatti di rimanere nella memoria in modo indelebile” .

Il tutto è stato confermato dall’Onorevole Magda Culotta, Sindaco del Comune di Pollina. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ho modo di apprezzare queste iniziative perché ci danno l’opportunità di vederci, di relazionarci, di incontrarci per attivarci da subito, per avviare una sorta di comitato culturale perché abbiamo talenti molto vicini a noi che non abbiamo mai scoperto e proprio per il ruolo che ricopro devo assolutamente lavorare con tutti quelli che vogliono collaborare affinché si concretizzi ciò che potrebbe ulteriormente arricchire la storia e la cultura del nostro territorio”.

La prof.ssa Rosalia Musotto, Docente dell’Istituto ospitante e collaboratrice del Dirigente Scolastico, ha letto un racconto e fatto un excursus letterario sul significato. Ha, inoltre, posto l’accento sulla diversità storico-sociale di Finale partendo dagli anni ’80, anni del boom edilizio, seguito dalla crescita demografica, dal blocco dello sviluppo strutturale, dall’inizio della disoccupazione fino alla chiusura del Villaggio Valtur. 

Non poteva mancare il contributo di un amico. Il Dr Giuseppe Minutilla, protagonista di una delle vicende che ha letto durante il suo intervento, ha descritto quanto erano importanti le attività artigiane del passato che rappresentavano la “trave più importante dell’economia di San Mauro”. Negli anni ’30 – ha detto – "a San Mauro c’erano 198 artigiani, oggi sono appena 12... Come cambia il tempo..!”. Una testimonianza che deve far riflettere proprio perché l’evoluzione tecnica e tecnologica ha, di fatto, cancellato l’originalità e la fantasia di un settore che è stato il motore dell’economia in tutta Italia.

Il prof. Lucio Vranca, dopo aver letto il primo racconto, si è complimentato con l’autore Polizzotto per quello che ha scritto. “Senza il suo impegno - ha detto - senza il suo intervento questa importante fetta di memoria storica si sarebbe perduta. Credo sia nostro dovere far conoscere alle nuove generazioni il nostro passato perché saranno loro a dare continuità alla storia; saranno loro a raccontare il nostro attuale vissuto e le nostre vicende umane”.

L’Editrice Arianna Attinasi si è soffermata sull’importante sinergia che deve esserci tra la Scuola e gli autori perché i libri, come quello di Polizzotto, potranno diventare testi di narrativa quali strumenti per conoscere storie e tradizioni popolari.

Dopo tutti gli interventi prende la parola l’autore che stenta ad avviare il suo discorso proprio per l’apparente commozione che non riesce a trattenere. Un fatto che denota sensibilità d’animo che si aggiunge alla raffinatezza come autore amante della sua e dell’altrui storia che, oggi, diventa narrativa.

Polizzotto non dimentica di ringraziare tutti gli intervenuti, i relatori che hanno impreziosito l’evento culturale e gli amministratori locali. Non potevano mancare i ringraziamenti che l’autore a rivolto al Prof. Giacomo Di Marco e Rosario Macaluso i quali hanno realizzato le illustrazioni considerate ulteriore ricchezza del libro.

Durante la serata il Vicepresidente dell’Associazione l’Approdo Antonio Giordano ha voluto omaggiare, con una targa ricordo, Paolo Polizzotto che, oltre ad essere l’autore del libro “Ventu ca va” è anche presidente dell’Associazione citata. Una pergamena è stata consegnata dalla signora Angela Zito in rappresentanza dei componenti dell’Approdo in rosa  (la presenza femminile della stessa Associazione).   

 A conclusione di quanto scritto devo aggiungere che la serata si è conclusa con un lungo e fortissimo applauso quale ringraziamento rivolto a una persona che possiede qualità e che contribuisce, in modo sostanziale, alla formazione della nostra personalità. La cultura popolare è stata una fonte d’ispirazione che ha caratterizzato molte delle opere letterarie. L’opera di Paolo Polizzotto è il racconto di una vita vissuta intrisa di verità, di una genuina verità perché costruita sulla memoria dell’autore, sull’identità del popolo che ha conosciuto a cui, ancora oggi, rimane legato.

Lucio Vranca