Chiese Aperte: Domenica apre i battenti la chiesa rupestre di San Biagio

Anche quest′anno, a Cefalù, si ripete il tradizionale appuntamento con la manifestazione nazionale di Archeoclub d′Italia "Chiese Aperte".
L′attenzione verso il patrimonio ecclesiale della nostra Diocesi si sposta in questa occasione verso la chiesa rupestre di San Biagio, nell′omonima contrada, lungo la strada che collega la località di Campella con la strada Cefalù — Gibilmanna presso il bivio delle località Presti e Carbonara.
Il programma della giornata di domenica 10 maggio prevede. L′apertura al pubblico della chiesetta di San Biagio dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00; alle 11.30 un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime del terremoto in Abruzzo in comunanza con la sede nazionale di Archeoclub d′Italia e gli abitanti di S. Stefano di Sessanio (AQ) riuniti nella Chiesa di S. Stefano Protomartire; alle ore 16.00 S. Messa, celebrata da Mons. Rosario Dispensa, Rettore della Chiesa di San Biagio e Parroco di Lascari; alle 17.00 relazione storico — artistica sulla "Cappella di S. Biagio" a cura dello storico Nico Marino, socio Archeoclub. Interverranno il prof. Giuseppe Barracato, Presidente del Consiglio Comunale di Cefalù e la prof. Flora Rizzo, Presidente della sede di Cefalù di Archeoclub d′Italia.
Archeoclub d′Italia ringrazia il Rettore della Chiesa di San Biagio Mons. Rosario dispensa e il prof. Giuseppe Barracato, Presidente del Consiglio Comunale di Cefalù, che ha proposto l′iniziativa per la conoscenza della "Cappella di San Biagio".

Prof. Flora Rizzo   (Presidente di Archeoclub d′Italia  Sede di Cefalù)


LA CHIESA AGRESTE DI S. BIAGIO NEL TERRITORIO DI CEFALÙ
di Nico Marino
La Chiesa di S. Biagio, esistente nella contrada omonima di Cefalù, nasce come cappella del cenobio che i Benedettini, insediatisi a Gibilmanna, usano per svernare. Costretti dal rigido clima del luogo, i monaci nel 1228 lasciano Gibilmanna alle cure dei Solitari della Mauritania e si rifugiano nel ritiro di S. Biagio che diventa beneficio ecclesiastico di pertinenza dell′Arcidiacono della Cattedrale di Cefalù. I Benedettini, non sappiamo quando, lasciano S. Biagio che troviamo però in possesso di Fra Taddeo Carpeno da Brescia che nel 1502 vi fonda una gancia dei padri Domenicani. All′interno dell′unica aula della chiesa è presente un ciclo di affreschi, opera di maestranze della scuola pittorica siciliana, che ripete in forma popolare i mosaici della Cattedrale di Cefalù. Sull′arco dell′abside l′Angelo Annunciatore e la Vergine Annunziata che sovrastano i Santi Nicola, Gregorio e Placido. Sulle pareti dell′aula sono raffigurati S. Biagio in trono e la Vergine del Soccorso. Con questo titolo la Madonna è venerata dai Padri Agostiniani e pertanto è possibile ipotizzare una loro frequentazione del luogo. All′immagine della Vergine segue quella, acefala, di S. Onofrio, vestito solo dei lunghi capelli, della barba e di una foglia. La chiesa, abbandonata alla fine del XIX secolo, oggi, è tornata ad essere attiva.