La Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto di Giuseppe Alvino nella Chiesa Madre di Collesano

Una vera chicca si trova nella Chiesa Madre Basilica di San Pietro della cittadina madonita di Collesano. La tela è una delle più pregevoli opere di Giuseppe Alvino detto il Sozzo (l’obeso), firmata dal maestro e datata 1596. Giuseppe Alvino fu uno dei più rinomati artisti palermitani vissuti tra la fine del XVI e gli inizi del XVII sec. La tela, che si caratterizza per la vivace cromia e per la virtuosistica cura dei dettagli, raffigura la Santa che nella destra regge la palma simbolo del martirio, mentre con la sinistra impugna una spada. Due angeli le pongono in capo la corona, chiara allusione sia alla sua ascendenza regale, sia alla regalità del martirio. La santa è riccamente vestita e particolarmente felice e la resa del panneggio che si disnoda in armoniose pieghe. Lo sguardo della Santa Vergine e Martire è assorto, quasi sospeso nel tempo. Alle spalle di essa si apre uno scorcio di paesaggio luminosissimo di ascendenza nordica, movimentato da una rupe e da un fortilizio parzialmente in rovina. La figura della Santa è in parte inquadrata scenicamente da un plinto sormontato da un fusto di colonna, alla cui base si legge la data e la firma dell’artista che si qualifica come ideatore (inventor) della tela. Sulla destra ai piedi della Santa è raffigurata genuflessa una piccola figura femminile in abiti monacali da identificare con tutta probabilità con la committente della tela. Del resto il dipinto era originariamente collocato nella chiesa e monastero benedettino dedicato proprio a questa Santa Vergine e Martire. Sul lato opposto ai piedi del plinto fa da contraltare il busto di una armatura provvista di borchie e decorazione antropomorfa. Colpisce infine la nerboruta figura del demonio che viene schiacciata sotto il peso della Santa Vergine. Nella parte inferiore della tela sono presenti due cartigli con al loro interno episodi della vita di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. Nel primo è effigiato il martirio con l’intervento soprannaturale che spezza la ruota dentata gettando scompiglio tra la soldatesca, mentre nel secondo, gli angeli, dopo aver trasportato amorevolmente il corpo della Santa defunta nel monastero del Monte Sinai dedicato alla martire, lo depongono nella sua tomba. Invitiamo i lettori a recarsi in Collesano al fine di poter ammirare questa stupenda opera di uno dei più importanti esponenti del Manierismo siciliano, realizzata quando l’Alvino aveva ormai raggiunto la piena maturità artistica e la notorietà nel panorama artistico palermitano.