Termini Imerese, Pomigliano d’Arco, i 2 impianti a rischio

La futura Fiat sarà più internazionale. I sindacati, però, sperano che non sarà meno italiana. A prescindere da come si concluderà la trattativa con Opel, e quella ancora più complessa per includere nel nuovo gigante le attività di GM in Sud America, l′intesa con Chrysler è già un trampolino di lancio per esportare la tecnologia made in Italy. Verranno quindi rafforzati i centri tecnici e di design che sono stati la base del rilancio, il cuore della progettazione resterà a Torino. Diverso il discorso per le fabbriche dove la situazione è meno chiara con i rappresentanti dei lavoratori che sono preoccupati soprattutto per le sorti degli impianti di Pomigliano d′Arco e Termini Imerese già in difficoltà. I due stabilimenti, infatti, non hanno un futuro radioso e le possibili sinergie con i nuovi alleati li mettono ancora più a rischio. La produzione industriale di auto in Italia è scesa ai minimi storici e questo, purtroppo, non dipende dalla crisi del mercato. Solo poco più di un quarto delle vetture che vengono vendute nel nostro paese sono infatti prodotte in Italia. Lo scorso anno le immatricolazioni hanno superato quota 2.160.000, mentre la produzione è stata intorno alle 650 unità. Oltre un milione e mezzo di vetture, quindi, sono state importate, con la "bilancia" in passivo di oltre un milione e mezzo di unità. Fra i grandi paesi industralizzati solo gli Usa riescono a far peggio (in valore assoluto e non in percentuale dove i peggiori siamo noi) con un saldo negativo che supera i 4 milioni.

L′Italia è uno dei pochi paesi europei dove produce solo il costruttore nazionale e la capacità produttiva è molto superiore a quella reale. Il trend è in preoccupante calo. Verso la fine degli anni Novanta la produzione si avvicinava ad un milione e mezzo di unità l′anno, quasi tre volte più di ora. Nello stesso periodo la produzione spagnola, francese, tedesca e inglese non ha subito tagli di rilievo, questi paesi nel 2007 erano tutti sullo stesso livello del 1998, con la Germania addirittura in crescita (da 5,3 a 5,7 milioni). Fra le vetture Fiat che attualmente si vendono di più, solo la Grande Punto nasce in Italia, a Melfi. Panda e 500, infatti, arrivano dalla Polonia, uno stabilimineto che produce oltre 600 mila vetture l′anno (realizza anche la Ford Ka). Fiat punta molto sulle fabbriche extra large per essere più efficiente: lo stabilimento brasiliano di Belo Horizonte è diventato il più grande del mondo (oltre 700 mila veicoli l′anno) superando VW di Wolfsburg. A Pomigliano si produce la 159, la GT e la 147; quest′ultima, a fine ciclo, lascerà il posto alla 149 che doveva passare a Cassino dove già nascono Bravo e Delta. Se l′accordo con Opel andrà in porto, lo scenario potrebbe cambiare poiché i tedeschi con le nuove Insignia e Astra sono all′avanguardia nei segmenti superiori. Termini realizza la Ypsilon e avrebbe dovuto produrre anche l′erede che, in attesa di sviluppi, è stata posticipata.
Fonte: [www.ultimenotizie.tv]