Mentre i vertici Fiat possono esultare...
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La nuova Fiat 500 (che sabato scorso ha festeggiato il suo secondo compleanno) è l′auto di moda dell′anno in Francia: le vendite sono aumentate dal giugno dello scorso anno del 30% e, dal suo lancio nel 2007, si contano 40.000 immatricolazioni su un totale di 360.000 nel mondo. Il 20% delle Fiat 500 circolano a Parigi e in regione. "E′ un successo incredibile!" ha detto esultante Armelle De Clermont-Tonnerre, direttrice della comunicazione di Fiat France. Inoltre la 500 in Francia continua a superare le vendite della Mini che nel primo semestre sono circa 8.500: "E′ una differenza considerevole rispetto alle nostre 13.500, siamo molto soddisfatti", ha aggiunto compiaciuto Jean Francois Serre responsabile del servizio stampa, per il quale "il lancio della 500 in America è una grande possibilità, negli Stati Uniti c′è oggi un mercato per le city car, come la Mini e la Smart, quindi la 500 è certamente dentro, il successo non è impossibile".
Insomma, ai piani alti di casa Fiat di motivi per essere contenti ne hanno diversi, non c′è che dire. Al contrario, chi per casa Fiat ha lavorato di braccia e oggi si trova davanti un futuro fumoso, ambiguo e pieno di incognite, ha veramente ben poco per cui esultare e tutti i motivi per arrabbiarsi.
Rabbia che gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese (Pa) e delle aziende dell′indotto manifesteranno mercoledì con uno sciopero di otto ore, in contemporanea con la riunione al ministero per lo Sviluppo con la Fiat, Fim Fiom e Uilm.
Gli operai daranno vita a picchetti e sit-in all′ingresso della fabbrica e le altre aziende collegate come la Bienne Sud, la Magneti Marelli e la Lear. Una rappresentanza di operai, inoltre, volerà a Roma per manifestare davanti alla sede del ministero.
Come ormai tutti sapranno, i sindacati si oppongono alla volontà della Fiat di riconvertire la fabbrica destinandola, dal 2012, ad un′altra attività.
Solidarietà agli operai è stata espressa anche dai sindaci di alcuni comuni vicini a quello di Termini Imerese, e proprio da questi partiranno dei rappresentanti, alla volta di Roma, per manifestare.
Fim Fiom e Uilm vorrebbero che l′azienda torinese rilanciasse lo stabilimento siciliano riprendendo in mano il piano di sviluppo, presentato prima della crisi, e che prevedeva la produzione di 220 mila auto e, tra le altre cose, l′assunzione di tremila persone.
Fonte: [La Siciliaweb.it]