Nei fatti, una Istituzione: il Cinema Di Francesca

L′altro ieri, 29 gennaio, ancora una volta tante emozioni nella sala del Cinema Di Francesca; questa volta nel ricordo di un imprenditore che, attraverso una attività, anche economica, ha dato linfa culturale e sociale (cioe: qualità della vita) all′umanità cefaludese.
Oggi, forse lo si comprende meno, ma - fino all′avvento della Televisione e della affermazione della sua egemonia, il Cinema è stato il mezzo attraverso il quale la cultura e la informazione (chi non ricorda i cine-giornali?) hanno raggiunto trasversalmente le varie fasce sociali e culturali, anche quelle naturalmente che non erano use alla lettura o tantomeno avevano frequentato la scuola.
Un canale di comunicazione diretta con la mente ed il cuore di tutto il popolo, anche quello con cui il potere aveva sempre avuto più difficoltà di comunicazione diretta pur costituendone la massa. Il primo "media" interclassista, o "mass media" media. Lo avevano ben capito i Dittatori del secolo scorso! Riuscire a muovere - come con invisibili fili - il cuore di una persona e indirizzare il suo desiderio di sogno verso una data forma o direzione, è una possibilità che può essere usata amando l′Uomo o uccidendo l′Uomo, per vie democratiche o meno. Il Cinema non fu certo solo un luogo di rapimento (verso il Bene o verso il Male - che si voglia - prima e dopo la guerra) delle menti e dei cuori dei cefaludesi; è stata anche un luogo per la socializzazione dei cefaludesi; e non parlo del fatto che poi ci si ritrovava ad avere qualcosa di comune di cui parlare, ma anche di quella più terra-terra, minima, dello stare in tanti al buio in una sala, nei suoi risvolti "positivi" e in quelli negativi: il ginocchio di qualcuno appoggiato alla tua spalliera, i commenti a voce alta o meno di singoli o gruppi, le sigarette, il gomito del vicino sul bracciolo sempre troppo stretto, talvolta cigolìi o lo sgranocchiare di "ciciri", "simienza" e "nocciolline", poi anche le "patatine"! Anche questo è servito ai migliori per muovere al sogno di una Cefalù più civile. La Sala del Cinema Di Francesca, non è stata - e non è - solo la sala di un cinema. E′ forse il luogo in cui si sono svolti forse più incontri pubblici di tipo politico-sociale. Forse - dopo la sala del Consiglio comunale - è stato il luogo in cui più sinceri sono stati gli sforzi, delle persone più impegnate a costruire un sogno civile, in questa città. Da ragazzo ho ricordi di dibattiti in Consiglio, nelle sedi dei partiti, e al Cinema di Francesca; fossero anche quelli - non sempre timidi - del dopo-proiezione dei "d′essai" (per il breve periodo che vi fu un Club).
"Il Cinema Di Francesca" è stato il luogo in cui i cefaludesi hanno visto "Salvatore Giuliano", la "Battaglia di Algeri", "Z l′orgia del potere", i Campi di sterminio degli ebrei.... e tanto altro attraverso cui il sogno del riscatto democratico - in quegli anni - si alimentava, e gli servì da stimolo. La democrazia del dopo-guerra è passata, anche attraverso i films, dalla Sala Di Francesca! L′essere poco frequentata dice di una democrazia un pò malata.
Se il sogno era quello di una democrazia compiuta, il sig. Giuseppe, per la sua parte - assieme alla sua famiglia tutta - vi ha contribuito, almeno nell′offrirsi come strumento per orientarsi, nell′individuarne la direzione.
Forse per questo il film "celebrativo" "A ciascuno il suo"; e, forse per questo, il critico, Gregorio Napoli, nell′introdurlo ha invitato a lungo a riflettere su cosa o quale sia la "legalità": tema caro ai grandi siciliani, di cui certo faceva parte Sciascia.
Se il "Sogno" è questo (come: è questo!), auguro almeno altri cent′anni al "Cinema" e al ricordo del Sogno e dell′uomo che vi partecipò da protagonista: il sig. Giuseppe Di Francesca.