La Preghiera luogo di Incontro
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La Preghiera luogo di Incontro. Pubblichiamo un articolo di Rosalia Liberto ed il testo dell'intervento di Mimma Zito.
Giovedì 19 febbraio si è tenuto a Cefalù un interessante incontro nella Sala Consiliare sul tema " La Preghiera, luogo d'incontro", ideato e coordinato dalla Prof.ssa Mimma Zito, sono intervenuti: Padre Giovanni Silvestri, Parroco di Polizzi Generosa; Padre Alessio rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli a Messina - Lipari - S. Lucia del Mela; il Sig. Salvatore Testa, Pastore Evangelico della comunità di Cefalù; L'Imam Yusuf Abd al Hady Dispoto, Responsabile della CO.RE.Is. Italiana - Regione... Sicilia; la Dott.ssa Miriam Ancona Medico Chirurgo, Vicepresidente dell'Istituto Siciliano di STUDI ebraici, membro dell'U.C.E.I., Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Quello che si è svolto è stato un momento di riflessione e di incontro interreligioso attuale e di grande importanza per la Città di Cefalù. Il prof. Antonio Franco, Presidente del Consiglio ha aperto i lavori portando oltre al saluto la sua esperienza personale vissuta all'interno dell'Azione Cattolica, definendo la preghiera indispensabile nutrimento dell'animo umano di chi crede. Inoltre, ha sottolineato come la Sala Consiliare da tre anni è divenuta luogo d' incontro, confronto e dialogo e che la politica, che si incontra proprio negli stessi luoghi deve ispirarsi al dialogo tra varie religioni che può "esistere".
Il tema della preghiera è stato affrontato dai diversi credi religiosi anche con testimonianze toccanti come quella della Dott.ssa Ancona. Interessante e ricco di contenuti è stato l'intervento di Padre Alessio, rappresentate della chiesa greco - ortodossa, che ha richiamato l'attenzione sul problema attuale della convivenza di luoghi di culto differenti nel nostro territorio. In tal senso è emerso dal suo intervento una fede vissuta intensamente e di come oggi la diversità religiosa non sia un problema anzi necessaria per la crescita e il confronto. Un grazie alla Prof.ssa Mimma Zito attenta operatrice culturale della nostra città, preziosa risorsa che grazie ai suoi incontri regala importanti momenti di profonda riflessione e attualità.
L'intervento della prof.ssa Mimma Zito
Siamo qui per condividere la gioia dell’incontro, un incontro non occasionale, ma fortemente voluto. Passo dopo passo è maturato il desiderio di sedere attorno a un tavolo.
Certo siamo consapevoli che se la volontà dell’incontro ci accomuna, è pur vero che non possiamo negare le diversità del nostro credo religioso.
Ma nel nostro caso , le differenze non sono state motivo di divisione, piuttosto hanno costituito l’occasione per scoprire le ragioni della nostra diversa identità. Così è nata l’esigenza del dialogo.
Sì, penso che saldi nella propria identità, abbiamo tuttavia scoperto nell’altro un tesoro nascosto ,i suoi valori, come semi di verità sparsi da un Dio generoso verso tutti.
Possiamo a tal proposito fare riferimento a Giustino, Padre della Chiesa, il quale afferma che ogni uomo,in quanto creatura razionale,, è partecipe del logos, ne porta in sé un seme e può cogliere i barlumi della Verità. E poiché il Cristianesimo è la manifestazione storica personale del Logos nella sua totalità, ne consegue che tutto ciò che di bello è stato espresso da chiunque, appartiene a noi cristiano 2 Ap.13,4.
Naturalmente ogni confessione religiosa è espressione di un credo maturato in vari contesti culturali, in diversi periodi storici, ma il superamento di ogni divisione può nascere dall’anelito che ci accomuna. L’uomo che cerca Dio.
Come ha affermato Papa Francesco in un incontro interreligioso ed ecumenico in Sri Lanca il Martedì 13 Gennaio 2015:
Nel Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha dichiarato il proprio rispetto profondo e duraturo per le altre religioni. Ha dichiarato che «nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto [quei] modi di agire e di vivere, [quei] precetti e [quelle] dottrine» (Nostra aetate, 2). Da qui l’apertura al dialogo.
Citando ancora le sue parole rivolte ai rappresentanti delle diverse credenze religiose:
come insegna l’esperienza, perché tale dialogo ed incontro sia efficace, deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle nostre rispettive convinzioni. Certamente tale dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche. E tuttavia, se siamo onesti nel presentare le nostre convinzioni, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo in comune. Nuove strade si apriranno per la mutua stima, cooperazione e anche amicizia ... Spero che la collaborazione interreligiosa ed ecumenica dimostrerà che, per vivere in armonia con i loro fratelli e sorelle, gli uomini e le donne non devono dimenticare la propria identità, sia essa etnica o religiosa.
Il dialogo è sorgente di condivisione se nasce dal rispetto reciproco e soprattutto dall’ascolto, un ascolto attento, umile. E’ così che puoi conoscere l’altro, senza pregiudizi. Ed è così che le differenze vengono valorizzate in uno scambio fecondo.
Certo, senza scadere nel sincretismo, ognuno può riconoscersi ancora di più nel proprio credo religioso.
In virtù del cammino che abbiamo intrapreso, infatti la propria identità può venire da ciascuno ravvivata e certo non confusa.
Ma sono certa che un seme di speranza è nato nei nostri cuori. Si’, il dialogo è possibile, è possibile riconoscersi fratelli, al di là di ogni divisione religiosa.
E’ possibile aprirsi a un orizzonte comune in cui il rispetto, l’ascolto, l’accoglienza reciproca siano i valori fondanti, per costruire insieme la pace, una pace che è un dono da chiedere a Dio, ma è d’altra parte un impegno per ciascuno.
Per ciò che riguarda il tema del dibattito “la preghiera come luogo d’incontro” vuole essere una sfida. Nell’apertura al dialogo.
Che cosa è la preghiera? Personalmente ritengo che sia l’anelito dell’uomo che cerca Dio e s’intrattiene con Lui in una relazione d’amore.
Definire cosa è la preghiera ci porterebbe certo lontano.
Ma a partire dalla propria esperienza, ognuno può testimoniare i valori che la preghiera incarna. Certo le nostre sensibilità religiose sono differenti. Ma arricchirsi dell’esperienza dell’altro è la condizione per condividere un cammino che non guardi all’altro come una minaccia, ma come un fratello nell’unità della famiglia umana.