Il museo Vincenzo Florio di Cerda

E′ ospitato nei locali dell′ex Motel Aurim, che un tempo accoglievano i garage dell′Alfa Romeo. Nato come mostra fotografica permanente sulla Targa Florio, si è arricchito negli anni, grazie all′entusiasmo e alla forza di volontà di Antonino Catanzaro, che ne è il curatore. Al suo interno si trova un′ampia collezione di cimeli, pronti a colpire il cuore degli appassionati.
Si spazia dalle foto ai libri, passando per i quadri, le riviste, i giornali, le automobili in scala 1:43 ed altre rarità legate alle vicende della gloriosa gara madonita. Alcuni degli oggetti esposti sono appartenuti alla famiglia Florio. Tra le altre cose è possibile ammirare la targa del 1926, l′unica assegnata a una casa costruttrice, la Bugatti, che quell′anno conquistò le prime tre posizioni della difficile sfida.
Al centro della struttura campeggia il grande plastico delle tribune di Floriopoli, cuore pulsante dell′evento agonistico. Poi ci sono il casco e la tuta del barone Pucci, vincitore nel 1964 con la Porsche, e numerosi altri accessori da competizione usati dai protagonisti dell′epoca. L′ampia dotazione documentale consente di approfondire la conoscenza, attraverso gli elenchi dei piloti, le classifiche e gli aneddoti di quel capitolo nobile dell′automobilismo sportivo.
Il museo di Cerda è stato realizzato con il contributo di Calogero Romano. Numerosi organi di informazione se ne sono occupati, per la sua capacità di far rivivere le emozioni suscitate dalla Targa Florio durante il ciclo vitale. Purtroppo oggi rischia la chiusura definitiva o il trasferimento in altra sede, per uno strano disinteresse verso un′iniziativa così nobile. Rosario Scelsi
Fonte: [www.motorsportblog.it]