Termovalorizzatori, Lombardo in Procura. 'I rifiuti in Sicilia sono l'affare del secolo'

Il governatore siciliano Raffaele Lombardo si trova in questo momento negli uffici della Procura di Palermo per essere ascoltato dai Pm che indagano su presunte infiltrazioni mafiose e irregolarità nella realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Sarebbe stato lo stesso Governatore, che è stato visto entrare al Palazzo di Giustizia, a chiedere di anticipare l′audizione prevista per domani. Lombardo viene sentito come persona informata sui fatti, dopo le sue denunce pubbliche sul business dei termovalorizzatori, dai sostituti Nino Di Matteo e Sergio De Montis e dell′aggiunto Leonardo Agueci che conducono l′inchiesta. Un′indagine che ha portato oggi a una serie di perquisizioni nelle sedi di decine di imprese di tutta Italia e alla Agenzia regionale per i rifiuti, ente appaltante delle gare.
"Ho chiesto di anticipare a stasera la comparizione dinanzi alla Procura di Palermo in qualità di persona informata dei fatti" per "assicurare pieno e incondizionato il doveroso contributo all′accertamento della verità". Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, in una nota affidata al suo blog su Internet "prima di entrare in Procura".
"Forse, senza neppure accorgercene - afferma il governatore - siamo entrati in un gioco più grande di noi. Quel che conta é che i siciliani possano vivere, costi quel che costi, la stagione dell′affrancamento dai mille sfruttamenti e imboccare la via dello sviluppo". Secondo Lombardo quello dei rifiuti in Sicilia è "l′affare del secolo, le cui dimensioni superano i 5 miliardi di euro" e che su questo "certa ′politica′ e la mafia si sono incontrati e alleati".
"Se è vero che il Governo che presiedo e la politica che lo sostiene - osserva - lo hanno di fatto smantellato affidando le competenti valutazioni alla magistratura c′era e c′é da aspettarsi ogni tipo di reazione anche tra quelle che possono apparire inimmaginabili".
"Se fosse vero - sottolinea Lombardo - sarebbe quanto meno plausibile rileggere i fatti di questi ultimi mesi: composizione dei Governi, ridefinizione delle maggioranze, divaricazioni nei Partiti, prese di posizione, minacce ed aggressioni mediatiche e non solo. Ne ero consapevole quando nel dicembre scorso previdi e lo dichiarai in Aula - conclude il presidente della Regione Siciliana - che contro di me sarebbe stato scatenato un attacco politico, quindi un attacco mediatico giudiziario, senza nulla, infine, escludere". Fonte: [ansa]