Firma la petizione per salvare il dovere di cronaca

Da qualche settimana si parla di "Decreto bavaglio", ma molti non sanno ancora o non sanno bene cosa sia. Noi giornalisti invece lo sappiamo bene, perché per uno strano destino quello che credevamo fosse il più bel mestiere del mondo adesso rischia di svuotarsi di significato.  L′approvazione del decreto sarà in Senato in prossimo lunedì. Poca risonanza è stata data per effetto delle polemiche sulla manovra finanziaria. Anche questa riforma peggiorativa rischia che l′utopia owellina di 1984 diventi realtà. L′attuale legge in materia  prevede la pubblicazione (salvo atti secretati da giudice o pm) e i commenti d atti i e documenti delle indagini preliminari dopo l′iscrizione dell′indagato nel registro. Quando esiste, effettivamente, un procedimento in corso nei confronti di un soggetto che resta innocente fino alla sentenza definitiva. Bisogna ricordare che intercettazioni, atti e documenti del procedimento secondo la disciplina unificata  restano concetti separati e distinti; nell′attuale decreto vengono trattati allo stesso modo.
 Come cambia la legge:
Il nuovo decreto, che va sotto la rubrica "intercettazioni" non tratta solo di quello. È  formato da pochi articoli ma concisi. Si vieta la pubblicazione, sotto qualsiasi forma carta stampata o elettronica  dei documenti di un procedimento pendente, o degli atti delle indagini preliminari fino alla fine del procedimento stesso. Il divieto fa eccezione solo per i giornalisti professionisti che Italia sono la minoranza. La maggioranza è infatti sotto la categoria di giornalisti pubblicisti, regolarmente iscritti all′albo ma che non vedrebbero più rispettato né  il diritto dovere di cronaca né svolgere il ruolo di supporto della loro testata. E ancora,  in media i procedimenti in Italia variano in durata dai 20 ai 30 anni. Gli atti in questo modo "secretati" , qualora venissero pubblicati o commentati nei blog anche  in via indiretta, causerebbero l′applicazione di una multa fino a 100.000.00 euro e la reclusione per i trasgressori. Paradossalmente un ragazzo che esprime le sue idee sul suo blog o sul profilo di facebook potrebbe essere punito ed avere la fedina penale tracciata. Non da ultimo,  non avere accesso agli atti significherebbe non aver mai sentito parlare del processo Berlusconi-Mills, Lodo Mondadori, Parmalat, Cirio, Mani Pulite-Tangentopoli, Cogne, Erba, Garlasco, Maxi appalti, Falcone- Borsellino, Eternit,caso Moggi, quasi tutti procedimenti ancora non terminati e in attesa di pronuncia definitiva.  Il diritto di cronaca è un diritto di tutti i cittadini, equivale al diritto ad essere informati, con qualsiasi mezzo al di là del credo politico. Per il giornalista è un dovere! Questi diritti sono immanenti e riconosciuti come diritti naturali. Sono stati il fondamento dello stato liberale e base della democrazia come detta la nostra Costituzione. Questo decreto rischia di minare profondamente la libera diffusione dell′informazione; quella stessa informazione che permette lo crescita della società e lo spirito critico dell′uomo. La nostra società più volte accusata di "progressivo regresso" non merita un destino come questo. La libertà di informazione equivale a libertà. Come mai in passato ci siamo battuti tanto e adesso siamo cosi pronti a rinunciarvi?  La libertà è partecipazione informata.
Esponenti principali dell′iniziativa sono grandi nomi del giornalismo come: Stefano Rodotà, Fiorello Cortiana, Juan Carlos De Martin, Arturo Di Corinto, Carlo Formenti, Guido Scorza, Alessandro Gilioli, Enzo Di Frenna.

Ingrid Cangelosi

Per coloro che volessero firmare la petizione contro il decreto :  http://nobavaglio.adds.it/