Da Michelangelo Merisi detto Caravaggio a Fra Umile Pintorno
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Ricordare Michelangelo Merisi, più noto come il Caravaggio, al quarto centenario della morte, affiancando al grande pittore la figura meno conosciuta di Frate Umile Pintorno, francescano di Petralia Soprana. Era questa l′intenzione dell′Accademia di belle arti "Michelangelo" di Agrigento con il convegno svoltosi ieri pomeriggio al Palacongressi del Villaggio Mosè, alla presenza di diverse importanti personalità del mondo della cultura. A relazionare sulle figure del Merisi e del frate francescano, Gaetano Correnti, Vincenzo Gennaro e Paolo Giansiracusa, davanti ad un pubblico formato in gran parte da allievi ma anche da tanti amanti dell′arte. Presente il sindaco di Petralia Soprana, paese natale di Fra Pintorno. "Abbiamo voluto legare queste figure - ha spiegato il direttore dell′Accademia, Alfredo Prado - non solo per celebrare i 400 anni dalla morte di Caravaggio, ma anche per dar risalto ad un artista siciliano come Fra Umile da Petralia, spesso poco conosciuto. Un legame importante tra Agrigento e il frate fracescano è costituito dalla presenza nella chiesa agrigentina di San Calogero di uno dei 30 crocefissi realizzati dall′artista". Il legame tra le due personalità, così distanti per stile, origine e collocazione geografica è però, secondo gli esperti, riscontrabile in un messaggio di fondo delle loro opere. "Caravaggio - spiega Vincenzo Gennaro - era della Lombardia, territorio sotto la dominazione spagnola, così come era dominata dai vicerè spagnoli la Sicilia. Entrambi vivevano in una situazione di dolore e vessazione ed entrambi rappresentano, secondo me, in modi diversi, la ribellione alla situazione di dominazione. Caravaggio, che era caratterialmente un ribelle, si esprimeva in modo totalmente difforme da come la chiesa controriformata voleva e fu costretto a fuggire dalla propria terra e vagare finchè non morì giovane nelle pianure Pontine. Merisi - continua Gennaro - muore sull′altare della libertà individuale contro l′oppressione di una dominazione intollerante. Fra Umile è invece legato fortemente alla disciplina cattolica controriformata, ma realizza crocefissi che rappresentano un Cristo talmente sofferente, massacrato e vilipeso che mettono davanti ad uno ′specchio′ i siciliani per fargli vedere in che modo li ha ridotti la dominazione spagnola". Fonte: [agrigento.agrigentonotizie.it]