In Europa contro il ddl intercettazioni

Preoccupati per le conseguenze nefaste che una legge come quella sulle intercettazioni potrebbe procurare all′Italia, io, Sophie In′t Veld e Luigi de Magistris, abbiamo presentato oggi un′interrogazione scritta alla Commissione. Il Ministro Alfano non fa che ripetere che l′abolizione (di questo si tratta, in sostanza!) delle intercettazioni non influirà sulle indagini di mafia, pur essendo perfettamente consapevole che per arrivare a scovare un reato mafioso spesso e volentieri si parte da indagini satellite per le quali, ovviamente, saranno vietate le intercettazioni. Le conseguenze saranno disastrose anche in termini di libertà di informazione. In passato, quando un giornalista ‘dava fastidio‘ al potere, lo si metteva a tacere con i colpi di pistola. Oggi, invece, molto più semplicemente, si prova a metterlo a tacere con leggi liberticide. Secondo l′ultimo rapporto di Freedom House, organizzazione indipendente Usa fondata nel 1941, l′Italia si trova al settantaduesimo posto, in scala mondiale, nella classifica per la libertà di stampa, definita nel nostro Paese ‘parzialmente libera‘: come in Sudafrica, Filippine, Congo, Thailandia, Nepal. Il dato che più potrebbe far scattare il campanello d′allarme, però, è quello europeo. L′Italia è penultima, dietro di noi soltanto la Turchia. Italia e Turchia sono gli unici due Paesi dell′Ovest europeo a trovarsi nella condizione di ‘stampa parzialmente libera‘. Tutto questo quando ancora il disegno non è diventato legge! Provate a pensare cosa accadrebbe qualora lo diventasse… Abbiamo informato la Commissione su come è stato strutturato il ddl, esplicitando quale sia il regime per le intercettazioni auspicato dal governo italiano: criteri e procedure per l′autorizzazione, tipi di reato coperti, intercettazioni ambientali, durata dell′autorizzazione, utilizzazione delle intercettazioni per altri processi ed eccezioni per sacerdoti e parlamentari. Riteniamo fosse utile portare a conoscenza della Commissione che non siamo gli unici scandalizzati e preoccupati dal tentativo del governo e che anche l′ANM, la Federazione Italiana Editori Giornali, la FNSI e l′Ordine dei Giornalisti hanno lungamente protestato, senza però ottenere assolutamente nulla. Qualche giorno fa anche le autorità americane, attraverso il vice Ministro della Giustizia Lanny Breuer, hanno espresso la loro preoccupazione per le modifiche proposte. Per tutti questi motivi abbiamo sentito la necessità di rivolgerci alla Commissione europea per chiedere se ritiene che tali norme siano proporzionate e conformi agli standard europei in materia di libertà d′informazione dei media ed il diritto dei cittadini a conoscere, come garantite dall′articolo 11 della Carta dei Diritti fondamentali e dall′articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell′uomo e relativa giurisprudenza, e se ritiene che la modifica del regime delle intercettazioni sia conforme agli obiettivi dell′Unione di lotta alla criminalità in Italia e nell′Unione europea, nella speranza che la Commissione voglia prendere iniziative affinchè possano essere assicurate la libertà d′informazione, d′espressione e di stampa e affinchè la lotta alla criminalità organizzata in Italia ed Europa possa essere efficace. Fonte: [antimafiaduemila.it-soniaalfano]