C'è ancora troppo poco arrosto per il futuro di Termini Imerese

Il segretario della Fiom di Palermo, Roberto Mastrosimone, ha manifestato l′insoddisfazione e l′allarme del sindacato per l′esito dell′ultima riunione del "tavolo" ministeriale sul futuro dello stabilimento Fiat di Termini Imerese che verrà chiuso alla fine del 2011: "I tempi si allungano e al momento ci sono solo chiacchiere, non c′è nulla di concreto. Delle iniziali 20 proposte ne sono rimaste solo 5, e solo quella di Rossignolo sembra credibile. Nei prossimi giorni convocheremo un′assemblea dei lavoratori della Fiat e delle aziende dell′Indotto. Non siamo affatto contenti di quello che sta producendo questo tavolo ministeriale, è giunto il momento di riprendere in mano la vertenza". Anche il sindaco afferma che "Ad oggi le cinque proposte pervenute al ministero dello Sviluppo economico non ci lasciano completamente tranquilli".
Gli operai di Termini hanno manifestato indifferenza rispetto all′accordo siglato da Fim e Uilm, in contrasto con la Fiom-Cgil per lo stabilimento Fiat di Pomigliano d′Arco. Sembra prevalere una visione che vede gli operai di Termni ormai etranei alle vocende del gruppo Fiat. Sergio Marchionne del resto ha ribadito: "La nostra intenzione è quella di uscire alla fine del 2011. Il resto dipende da chi vuole prendere quell′impresa e portarla avanti". Nell′ultima riunione al ministero dello Sviluppo economico tra Fiat, Regione siciliana e sindacati sono usciti definitivamente di scena i cinesi.
Si tratta adesso di vagliare la consistenza dell′offerta del finanziere siciliano Simone Cimino che pensa di trasformare la Fiat di Termini in una fabbrica di assemblaggio di auto a energia solare: il cosiddetto piano "Sunny Car in a Sunny Region". Fonte: [ansa]