Cineoperatore ucciso accidentalmente da fucilata, sostituiva un collega
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Per tutto il pomeriggio sino a tarda serata di ieri i Carabinieri hanno interrogato tutti i componenti della famiglia, dove si è consumata una tragica vicenda accidentale, che è costata la morte di un cine operatore, Calogero SCIMECA, coniugato con figli, 45enne di Ciminna. L′uomo non doveva trovarsi lì: le riprese le avrebbe dovute effettuare un collega che, avendo avuto un incidente, gli aveva chiesto la cortesia di sostituirlo.
Prima di andare in chiesa alle 14.30 circa si stavano effettuando le riprese presso la casa dello sposo. Tra le varie pose, allora si è scelta quella più pericolosa: imbracciare i fucili regolarmente denunciati dal padre dello sposo. Secondo i Carabinieri della Compagnia di Monreale, i parenti hanno dunque preso alcuni fucili, tra cui una carabina calibro 22 da cui è partito il colpo fatale che ha centrato l′operatore alla testa. Alla scena erano presenti oltre allo sposo, anche il padre, la madre, la sorella e un cugino, mentre il fotografo in quel momento era fuori dall′appartamento.
Tutti i testimoni presenti alla tragedia sono stati ascoltati dai Carabinieri di Altofonte coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Palermo, dott. Giuseppe FICI, che ha incaricato il dottore Paola PUGNETTI, ad effettuare lesame autoptico sul cadavere trasferita presso l′Istituto di medicina legale a Palermo.
A seguito dei serrati accertamenti seguiti dai Carabinieri di Monreale e della Stazione di Altorfonte, coadiuvati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Palermo, sono stai iscritti quali indadati per cooperazioe in omicidio colposo il padre e la madre dello sposo.
I Carabinieri nel corso delle operazioni hanno sottoposto a sequestrato tutte le armi, che saranno inviate al R.I.S. Carabinieri di Messina per gli esami balistici mentre il personale della Sezione Investigazioni Scientifiche di Palermo ha eseguito i rilievi tecnico-scientifici di competenza.
Il Colonnello Teo LUZI Comandante Provinciale dei Carabinieri di Palermo, sulla delicata materia delle armi detta una sorta di vademecum affinché tragici episodi come quello accaduto nella giornata di ieri, non si verifichi piu: sotto il profilo strettamente tecnico, per arma deve intendersi qualunque strumento atto ad offendere, per sua destinazione naturale (armi proprie) o per le modalità di impiego (armi improprie). Le "armi proprie" sono quelle da fuoco (pistola, fucile, etc.), da getto (lancia, arco, etc.), da taglio o da punta (spada, pugnale, etc.), batteriologiche o chimiche (in ragione degli aggressivi in esse contenuti), i congegni esplodenti, dirompenti o incendiari (bombe a mano, bombe incendiarie, etc.). Nella categoria delle "armi improprie", invece, rientrano le mazze, i tubi, le catene, i bulloni, le sfere metalliche, etc.
Chiunque detiene armi, munizioni o materie esplodenti deve farne immediata denuncia all′autorità di P.S. (Ufficio locale di P.S. o in mancanza, Comando Carabinieri). L′obbligo della denuncia vige anche nel caso di locazione e comodato (solo armi sportive o da caccia), a seguito di cessione gratuita, e per gli eredi da successione per mortis causa. Poichè la denuncia deve essere immediata, il ritardo può equivalere alla sua mancanza. La detenzione, il porto e l′acquisto di armi da guerra, parti di esse nonchè il relativo munizionamento è sempre vietato.
Non vi è alcuna normativa che impone di
Esiste il divieto del porto fuori dalla propria abitazione o delle relative pertinenze delle armi improprie e, senza giustificato motivo (es. coltelli da macellaio, arnesi da carpentiere, da falegname, etc.). Invece è sempre vietato il porto di strumenti la cui naturale destinazione è l′offesa quali noccoliere, sfollagente , mazze ferrate etc.
In assenza della licenza di porto, il trasporto di armi e di materiale esplodente è consentito solo previa autorizzazione da parte dell′Autorità di P.S.. Durante le operazioni di trasferimento da un luogo all′altro l′arma scarica non dovrà essere suscettibile di pronta utilizzazione e dovrà essere riposta all′interno di una apposita custodia.
Previa denuncia all′Autorità di P.S., è ammessa la detenzione al più di tre armi comuni da sparo, sei se di tipo sportivo (non c′è invece un limite nel numero di fucili da caccia detenibili). Chi supera tali limiti viene considerato collezionista ed ha l′obbligo di richiedere l′autorizzazione alla collezione al Questore per ciascuna arma, anche se ognuna già distintamente denunciata (è invece sempre vietato il collezionismo del munizionamento).
E′ vietato alterare le armi comuni da sparo, per aumentarne l′efficacia e l′offensività, così come il porto delle c.d. armi clandestine, ovvero quelle non catalogate nel relativo Catalogo Nazionale e quelle sprovviste dei numeri contrassegni e di sigle di immatricolazione (es. una pistola con la matricola abrasa).
E′ vietata la vendita o l′acquisto delle armi comuni da sparo per corrispondenza.
"La custodia delle armi deve essere assicurata con ogni diligenza nell′interesse della sicurezza pubblica" recita l′art. 20 della legge 110/1975. Per esempio, quando l′arma o del materiale esplodente sono detenuti in una privata abitazione è doveroso predisporre le necessarie cautele per impedirne l′accesso a chi non è autorizzato, quindi è doveroso che le stesse siano custodite scariche in apposito armadio blindato, separate dal munizionamento.
In caso di smarrimento o furto di armi, parti di esse o di esplosivi, così come nel caso di rinvenimento, occorre farne immediata denuncia al più vicino ufficio di pubblica sicurezza oppure, dove questo manchi, al più vicino Comando Stazione dell′Arma.
Le armi non possono essere maneggiate da persone non esperti, specie nell′ambito familiare.
La sicurezza e la prevenzione sull′uso e la custodia delle armi, sono la basi fondamentali, affinché non si ripetano episodi che possono diventare imprevedibili tragedie.