Corte dei Conti indaga su incarico assegnato a legale per vicenda Verbum Caudo

ANTIMAFIA: VICE SINDACO VINCENZO CASCIO, STUPITO PER PROCURA CORTE DEI CONTI CHE CI INDAGA PER UN INCARICO PROFESSIONALE ASSEGNATO AD UN LEGALE ED UTILE PER TUTELARE IL COMUNE NELL′ASSEGNAZIONE DEL FEUDO "VERBUM CAUDO" SOTRATTO AL BOSS MAFIOSO MICHELE GRECO L′assegnazione del feudo di Verbum Caudo, confiscato al boss mafioso Michele Greco, ed assegnato al comune di Polizzi Generosa diventa tema di una indagine della procura della Corte dei Conti sull′assegnazione di incarichi professionali da parte della Giunta comunale guidata dall′ex sindaco Salvatore Glorioso. La vicenda del bene sottratto alla mafia, recentemente, è stata al centro di una attività ispettiva della commissione regionale Antimafia a proposito dell′ipoteca che grava sullo stesso e che, di fatto, finora ha impedito l′utilizzo a fini sociali dei terreni e degli immobili appartenuti al "papa" della mafia. "Mi sono visto notificare, con mio stupore, una messa in mora su un′ipotesi di danno erariale — dice il vice sindaco di Polizzi Generosa, Vincenzo Cascio (indagato per l′incarico di assessore nella Giunta precedente), per avere affidato con atto di Giunta nel 2008, assieme ai miei colleghi dell′epoca, un incarico professionale, che ha ottenuto tutti i pareri tecnici e contabili, ad un avvocato che ha tutelato il mio Comune nella complicata fase di assegnazione del bene sottratto a Michele Greco".
Il vice sindaco Vincenzo Cascio ricorda che "l′attuale Giunta guidata dal sindaco Patrizio David, per espressa sollecitazione del prefetto di Palermo, ha confermato tale rapporto fiduciario con il legale al fine di risolvere ogni controversia giuridico-amministrativa per ottenere l′assegnazione del feudo di "Verbum Caudo". Sono certo — prosegue Vincenzo Cascio — dell′operato lineare e improntato alla legalità seguito dall′amministrazione Glorioso e dall′attuale Giunta in merito agli incarichi esterni, sempre motivati e utili all′azione amministrativa. Non vorrei — chiosa Cascio — che fossimo perseguiti pure per avere avuto il merito di interessare gli organi statali e regionali e soprattutto la stampa, con la comunicazione istituzionale del mio Comune, sui rischi che un bene sottratto alla mafia potesse finire in mani sbagliate per effetto di ipoteche che hanno tutti i requisiti per essere definiti "ostacoli" pericolosi nel processo di legalità e di riscatto della Sicilia".