Per salvare la Fiat di Termini Imerese...
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Nei giorni scorsi, al termine del tavolo Fiat a Torino, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha detto che "il governo continuerà il percorso in atto sulla reindustrializzazione di Termini Imerese e le parti saranno convocate, di intesa con la Regione Sicilia, entro il 15 settembre, per discutere di tutte le proposte che Invitalia sta esaminando".
Cisl e Uil siciliane , da parte loro, preoccupate per il futuro di Termini Imerese, hanno detto d′essere pronte "con spirito positivo" a mettere sul piatto per il rilancio del sito produttivo "deroghe e flessibilità anche più significative di quelle già decise per Pomigliano". L′obiettivo, scrivono i segretari generali delle due associazioni sindacali in una lettera partita ieri da Palermo alla volta di Palazzo Chigi e Palazzo d′Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana, è "contribuire all′attrazione di investimenti industrialmente e socialmente significativi". Ma punto di partenza di una nuova operazione-Termini, per Cisl e Uil deve essere lo stop, sul fronte politico e istituzionale locale, a "uscite improvvisate e prive di respiro strategico". Il governo della Regione, incalza il sindacato, dovrebbe piuttosto "occuparsi con maggiore vigore e con il consenso e il sostegno di tutte le organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali", di far pressioni sull′esecutivo nazionale. Affinché, precisano Maurizio Bernava e Claudio Barone, "entro e non oltre il 15 settembre ci sia l′individuazione della proposta o delle proposte industriali per Termini". L′idea dei due sindacati è che governo nazionale e Fiat vadano indotti a "definire, entro il 2010, le linee-guida del contratto di sviluppo" con gli imprenditori interessati. "Contemporaneamente - spiegano i sindacati - il governo nazionale dovrà indicare le somme che, accanto a quelle stanziate dalla Regione, dovranno essere a disposizione dei piani di ammodernamento infrastrutturale e per le incentivazioni al progetto industriale e all′occupazione".
Rivolti a Berlusconi, Cisl e Uil invitano l′esecutivo nazionale "a riflettere perché quella termitana può diventare la prima vera grande operazione di riconversione produttiva che può qualificare una nuova politica industriale per il Mezzogiorno. In Sicilia invece - concludono - il governatore convochi un tavolo di crisi permanente".
Fonte: [guidasicilia.it]