OPERAZIONE CAMALEONTE 2: L’ascesa al potere di IANNOLINO Fabrizio e dei picciotti palermitani

L′arresto nel 2002 del capo mandamento di Caccamo, GIUFFRE′ Antonino creò molti problemi alla gestione di Cosa Nostra termitana tanto che il primo effetto fu l′assunzione della leadership da parte dell′allora latitante RINELLA Salvatore che spostò la sede del mandamento da Caccamo a Trabia. Tuttavia, l′arresto di quest′ultimo nel 2003 sempre da parte dei Carabinieri di Termini Imerese creò le premesse per l′ingerenza nelle vicende mafiose locali da parte di alcuni soggetti di Palermo, capeggiati da IANNOLINO Fabrizio (tratto in arresto il 23 giugno 2007).
Quest′ultimo, palermitano di residenza ma termitano di origine, in virtù di una sorta di autorizzazione avuta da un non meglio indicato boss palermitano (quasi certamente LO PICCOLO Salvatore), assunse il controllo del mandamento di Trabia, momentaneamente privo di un leader. In tale ottica:
- si avvalse di alcuni "picciotti palermitani", così definiti nelle conversazioni intercettate dai rivali di Termini e Trabia, tratti in arresto con l′odierna operazione (Riccio Alfonso, La Rocca Domenico);
- assoldò in loco vari pregiudicati di adeguato spessore criminale, i cosiddetti "picciotti termitani", tratti in arresto con l′odierna operazione (Paolo Piazza Palotto, Agostino Scarcipino Pattarello, Agostino Mantia, Monastero Leonardo, Serio Cosimo).
Con tali forze iniziò una sistematica e pesante attività estorsiva, sottoponendo il territorio termitano a una pressione fiscale mafiosa mai vista in precedenza. La nuova reggenza considerava l′intera area come una miniera d′oro a cui attingere a piene mani con ricavi che, nelle loro intenzioni, avrebbero certamente superato il milione di euro in pochissimo tempo.
Moltissime attività commerciali e tutte le imprese edili che effettuano lavori in zona furono assoggettate al pizzo.