OPERAZIONE CAMALEONTE 2: L’azzeramento dei vertici nel 2007 e la reggenza di TERESI Antonino

La gestione palermitana della Cosa Nostra termitana aveva avuto quale principale obiettivo quello di raccogliere quante più risorse economiche possibili senza preoccuparsi della gestione del territorio strictu sensu. Ciò aveva causato un′esplosione della criminalità diffusa che, sebbene normalmente tollerata da Cosa Nostra, rimane di fatto circoscritta entro certi limiti e soprattutto non va a toccare beni o persone vicine ai mafiosi locali.
Pertanto, uno dei principali problemi che i nuovi capi dovettero affrontare, oltre migliore gestione delle estorsioni, fu la riaffermazione della supremazia mafiosa anche su alcuni "cani sciolti", molti dei quali erano usciti dalle carceri nel 2006 grazie all′indulto. Tra questi Silvio Napolitano, ritenuto autore di reati contro il patrimonio in danno di cantieri edili soggetti ad attività estorsiva, del quale i vertici delle famiglie del mandamento avevano progettato l′eliminazione.
Proprio per evitare tale omicidio, il 23 giugno 2007, con l′operazione CAMALEONTE, i Carabinieri di Termini Imerese eseguirono 9 fermi disposti dai PM della DDA palermitana decapitando i vertici delle famiglie mafiose del mandamento di Trabia tra cui BISESI Giuseppe (Termini Imerese), SALPIETRO Vincenzo (Trabia) e LIBRERI Giuseppe (Caccamo).
Il mandamento rimane nuovamente vacante, ma questa volta per pochissimo tempo.
SALPIETRO Vincenzo, forte anche dei suoi contatti diretti con l′allora boss latitante LO PICCOLO Salvatore, dal carcere dove è recluso "incorona" reggente del mandamento il marito di sua figlia, TERESI Antonino.
Di 46 anni, proveniente da Sciara, incensurato, bracciante agricolo di professione, specializzato nella potatura, è lui l′ultimo boss reggente del mandamento di Trabia. Anche lui, in analogia a quanto accaduto con LO PICCOLO, ha scalato rapidamente i gradini della gerarchia mafiosa: da signor nessuno a picciotto a disposizione quale autista del boss RINELLA Salvatore (capofamiglia di Trabia negli anni ′90 e capo mandamento dal 2002 al 2003), infine reggente del mandamento grazie ad un matrimonio strategico con la figlia del boss SALPIETRO Vincenzo ed alla raccomandazione del suocero.
Di lui si parla anche nelle pagine delle operazioni sul mandamento di SAN LORENZO-TOMMASO NATALE (negli interrogatori di FRANZESE Francesco viene indicato come colui il quale si è recato ad un summit di mafia tenuto dai LO PICCOLO) e nell′ultima operazione PERSEO, che ha portato all′azzeramento di undici dei quindici mandamenti del palermitano, fatta eccezione per il mandamento di Trabia e pochi altri.
Il collaboratore Giacomo GRECO riferisce che TERESI avrebbe partecipato ad un progetto di riorganizzazione di Cosa Nostra insieme a Nino SPERA e Giancarlo SEIDITA, dopo l′arresto dei LO PICCOLO Salvatore e Sandro. Ma i tre non hanno il tempo di contattare Calogero LO PICCOLO per iniziare il progetto, perché il 18 gennaio 2008 quest′ultimo viene arrestato. Di lui parlano nelle intercettazioni Sandro e Benedetto CAPIZZI, come un soggetto "assicutato" e perseguitato dagli sbirri, che lo tengono sotto intercettazione.
Di lui il capomafia di Bagheria, Pino SCADUTO, dice che gli hanno dato una responsabilità troppo grande e che lo volevano pure posare, perché non ritenuto all′altezza. Infatti emerge dalle intercettazioni che il suocero SALPIETRO lo ha raccomandato a SCADUTO perché gli desse una mano a reggere il mandamento: ma anche in questa occasione TERESI non ha molto tempo a disposizione per farsi consigliare dal boss di Bagheria, perché quest′ultimo viene arrestato a dicembre 2008.
TERESI Antonino è ritenuto allo stato, sulla base di quanto emerso dalle indagini, reggente del mandamento di Trabia oltre che capo dell′omonima famiglia trabiota e di quella Termini Imerese che ha di fatto annesso a Trabia dopo gli arresti del 2007, gestendola direttamente. Alle sue dipendenze si annoverano le famiglie mafiose di Caccamo, Sciara, Cerda e Montemaggiore Belsito.
Con lui sono finiti in cella tutti gli esponenti della famiglia di Trabia:
- SALPIETRO Sebastiano, figlio del boss Vincenzo SALPIETRO (detenuto);
- RINELLA Giuseppe, figlio di Pietro RINELLA e nipote del boss Salvatore RINELLA (detenuti entrambi);
- RIZZO Angelo Giuseppe, detto "palineddu";
- LA BARBERA SALVATORE, reggente della famiglia di Trabia prima della scarcerazione di SALPIETRO Vincenzo; e un esponente della famiglia mafiosa di SCIARA:
- GRAZIANO Carmelo, impiegato al Comune di Termini Imerese.