CONTINUA L'OPERAZIONE 'REBUS' dei R.O.S.
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I Carabinieri del R.O.S. hanno notificato in carcere un′ordinanza di custodia cautelare, emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 5 indagati per associazione mafiosa ed altri reati.
Si tratta dei seguenti detenuti già sottoposti al regime di cui all′art.41 bis O.P.
MADONIA Antonino, condannato per gli omicidi di Pio LA TORRE, segretario regionale del P.C.I. (30.04.1982), del Gen. Carlo Alberto DALLA CHIESA, prefetto di Palermo (03.09.1982);
MADONIA Giuseppe, condannato per l′omicidio del Capitano dei Carabinieri Emanuele BASILE;
MADONIA Salvatore, ritenuto responsabile di numerosi omicidi tra cui quello dell′agente di polizia Natale MONDO (14.01.1988) e dell′imprenditore Libero GRASSI (03.09.1991);
DI TRAPANI Nicolò, indicato da più collaboratori di giustizia come appartenente al gruppo di fuoco di Leoluca BAGARELLA, riconosciuto colpevole dell′omicidio dell′agente di Polizia Penitenziaria Giuseppe MONTALTO (23.12.1995);
GUASTELLA Giuseppe, anch′egli indicato da più collaboratori di giustizia come appartenente al gruppo di fuoco di Leoluca BAGARELLA, condannato per l′omicidio del piccolo Giuseppe DI MATTEO, figlio del collaboratore di giustizia Santo DI MATTEO.
L′intervento odierno rappresenta la prosecuzione dell′operazione "REBUS", che il 25.11.2008 aveva già portato all′esecuzione di un′O.C.C. in carcere nei confronti di 5 indagati per gli stessi reati, nonché al sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di 15 milioni di euro.
La prolungata attività investigativa condotta sul mandamento palermitano di Resuttana, aveva documentato il perdurante ruolo di vertice della famiglia MADONIA nelle strategie di Cosa Nostra.
Infatti, è stato accertato come prima MADONIA Francesco (deceduto il 09.03.2007) ed in seguito i figli MADONIA Antonino, Giuseppe e Salvatore, nonché il cognato di quest′ultimo DI TRAPANI Nicolò e GUASTELLA Giuseppe, benché detenuti e sottoposti al regime del 41 bis O.P., abbiano continuato a dirigere il sodalizio, tramite i periodici colloqui con i congiunti ed un fitto scambio di corrispondenza reciproca.
MADONIA Aldo e DI TRAPANI Maria Angela sono risultati i principali latori delle disposizioni impartite dai congiunti detenuti nonché punto di riferimento dei diversi reggenti succedutisi nella direzione operativa del mandamento; la donna in particolare, anche in virtù della tradizione mafiosa della famiglia di origine, ha svolto un′essenziale funzione di raccordo operativo tra il vertice del mandamento in stato di reclusione e i reggenti/sodali in libertà, nonché una puntuale azione nell′attuazione delle direttive ricevute per la gestione del patrimonio occulto, valutato in 15 milioni di euro. Solo a seguito della decriptazione del linguaggio convenzionale utilizzato nei colloqui carcerari è stato possibile accertare che i detenuti e la DI TRAPANI per riferirsi ai membri dell′organizzazione, tra i quali l′allora latitante LO PICCOLO Salvatore, utilizzavano i nomi delle consorti ovvero metafore attinenti lo stato di salute per comunicare gli introiti illeciti in favore della famiglia. Peraltro, sempre attraverso la DI TRAPANI il marito MADONIA Salvatore ha inoltre tentato di far ritrattare un collaboratore di giustizia che con le sue dichiarazioni aveva contribuito a definire in altro procedimento le responsabilità dello stesso detenuto.
L′indagine ha documentato la più recente evoluzione ai vertici del mandamento di Resuttana, cui si sono avvicendati BONANNO Giovanni, DI TRAPANI Diego e GENOVA Salvatore, designati dal MADONIA Antonino in accordo con LO PICCOLO Salvatore. E′ stato anche ricostruito il movente dell′omicidio del reggente BONANNO Giovanni, vittima di "lupara bianca" nel gennaio 2006, nella spartizione ritenuta iniqua dei proventi, documentando l′intervento nella vicenda dello stesso LO PICCOLO Salvatore.
I provvedimenti odierni incideranno ulteriormente sul mantenimento dello speciale regime detentivo del 41 bis O.P. nei confronti della componente detenuta del mandamento palermitano di Resuttana. Peraltro nel corso delle indagini con ordinanza del 17.06.08 il Tribunale di Sorveglianza di Roma aveva annullato i Decreti Ministeriali del 02.03.07 e del 28.02.08 di applicazione a MADONIA Antonino di tale regime detentivo, subito ripristinato in data 29.07.08 dal Ministro della Giustizia sulla base delle acquisizioni raccolte dal R.O.S. .